Il perfezionismo è quella tendenza ad arrivare al massimo risultato impiegando anche il massimo delle proprie capacità nella prestazione per raggiungerlo. Coinvolge aspetti cognitivi, affettivi, relazionali e sociali ed è influenzato anche dai dettami e canoni della società, che esorta ognuno di noi a raggiungere risultati sempre migliori in tempi rapidi.
Fin dall'infanzia si comprende che, per ottenere l'approvazione altrui, è necessario quantomeno conformarsi a degli standard di comportamento; in questo caso, si potrebbe parlare di perfezionismo come di una condotta tesa a migliorare sé stessi per raggiungere importanti e desiderati obiettivi di vita in campo lavorativo, nello studio, nella cura del proprio aspetto, nelle relazioni, ecc. Il problema nasce quando la spinta a migliorarsi porta ad una eccessiva severità nei confronti di sé stessi e delle proprie capacità, generando profondi stati di malessere quindi, al contrario, non una spinta evolutiva bensì un arresto.
Il perfezionismo considerato positivo, si basa sul concetto di coscienziosità ed è caratterizzato da standard importanti ma comunque realistici, che stimolano impegno nel loro raggiungimento e che vengono scelti valutando le proprie capacità e le proprie aspirazioni.
Il perfezionismo patologico o maladattivo non solo si pone degli obiettivi eccessivamente elevati, ma è alimentato da una concezione di sé estremamente negativa e svalutante che, come in un circolo vizioso, rende ancora più vulnerabile l'individuo.
Vediamo gli elementi caratterizzanti:
I perfezionisti maladattivi si sentono spesso insoddisfatti, hanno una bassa autostima e riconoscono il proprio valore sulla base della prestazione piuttosto che sull'acquisizione di conoscenze e capacità.
Chiedendo a sé stessi di essere perfetti e di raggiungere degli obiettivi eccessivamente alti, nel momento in cui non riescono ad arrivare alla vetta, vivono stati di tensione e angoscia molto forti. Hanno difficoltà a visualizzare quanto di buono è stato fatto pur incorrendo nell'errore perché, l'idea di non essere riusciti a fare tutto il possibile, spazza via ogni aspetto che renderebbe più positiva l'accettazione dei propri limiti.
Un altro elemento nucleare è l'inammissibilità dell'errore, visto come un'onta che va a minare il valore personale, facendo percepire l'individuo come fallimentare e quindi rifiutato dal resto del mondo, che perderà la stima in lui.
La volontà di raggiungere il massimo comporta un grande dispendio di energie poiché si tende a controllare e ricontrollare il lavoro da svolgere nei minimi dettagli, impiegando più tempo rispetto a quello richiesto. Il mancato raggiungimento dello standard perfezionistico è accompagnato da vergogna, colpa e ansia.
È quindi impossibile provare una certa soddisfazione personale anche in caso di successo parziale, è impossibile valorizzare la propria persona e il proprio lavoro, al contrario si percepirà un senso di fallimento globale.
Il perfezionismo patologico può essere:
Come è facilmente immaginabile, il perfezionismo maladattivo si lega ad una serie di quadri francamente patologici, che spaziano in differenti ambiti. Vediamone alcuni:
Dott.ssa Alessandra Roberti
Psicologa a Roma
Sono una Psicologa clinica. Fornisco consulenze e supporto psicologico, affiancando il paziente con sensibilità e competenza.
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Iscritta all'Ordine degli Psicologi della regione Lazio col n.23867