Il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) è caratterizzato da modalità comportamentali e di pensiero che si manifestano in modo rigido e pervasivo. Colpisce più frequentemente il sesso femminile e l'esordio avviene in adolescenza o nella prima età adulta. Inizialmente, il termine “borderline” stava ad indicare un funzionamento che si colloca al confine tra nevrosi e psicosi e, recentemente, A. Correale ne ha evidenziato piuttosto l'”assenza di confine”, che si esprime con marcata disforia e impulsività.
Secondo la diagnosi del manuale DSM-5 il disturbo borderline è caratterizzato da una pervasiva instabilità delle relazioni interpersonali, dell'immagine di sé e dell'umore, da sentimenti cronici di vuoto e di abbandono, sintomi dissociativi e rabbia immotivata e intensa. Vediamoli più nel dettaglio:
Il disturbo borderline di personalità ha delle caratteristiche in comune con i disturbi dell'umore, in particolare con il bipolarismo. In entrambi i casi sono riscontrabili evidenti stati di euforia e depressione ma, la disregolazione emotiva del borderline, è pervasiva e collegata al contesto e alle relazioni interpersonali mentre, nel bipolarismo, le oscillazioni si presentano in modalità ciclica e indipendente da quanto accade.
Una tesi largamente condivisa dai clinici è che il disturbo borderline sarebbe collegato ad un trauma indotto da una relazione con un oggetto primario genitoriale percepito come indisponibile, umiliante o frustrante, che attua una svalutazione degli stati emotivi del figlio, carenze di cure, maltrattamenti e abusi. Una presenza così confusiva provoca una sorta di corto circuito in cui, l'unica via di fuga, sembra il passaggio all'atto; tutto ciò alimenta un circolo vizioso in cui l'agitazione emotiva rinforza il comportamento impulsivo e viceversa. Nel paziente borderline prevale un vissuto catastrofico di perdita irreparabile, un terrore che spesso viene lenito da esperienze dissociative, con stati alterati di coscienza , disturbi percettivi e dell'attenzione che permettono una fuga da una realtà troppo dolorosa. In questi casi, le emozioni dominanti sono la paura e il senso di solitudine e, all'interno di questa cornice, la rabbia e l'agito aggressivo hanno lo scopo di suscitare lo sguardo dell'altro e il suo interesse ma, purtroppo, finiscono per allontanarlo. Spesso le dinamiche del borderline non si basano su aspetti abbandonici reali da parte dell'altro ma vengono interpretati come tali sulla base della rappresentazione traumatica interiorizzata.
È centrale anche la mancanza di una sana capacità di mentalizzazione: durante lo sviluppo, all'interno della comunicazione madre-bambino, passano degli stati affettivi che la madre è in grado di regolare, modulare e rispecchiare per il figlio. Nel momento in cui si manifesta un deficit a livello di questa funzione materna, si instaura una difficoltà a riflettere sulle proprie esperienze e stati d'animo oltre che a valutare in maniera lineare i rapporti interpersonali.
Dott.ssa Alessandra Roberti
Psicologa a Roma
Sono una Psicologa clinica. Fornisco consulenze e supporto psicologico, affiancando il paziente con sensibilità e competenza.
Partita IVA 02372640447
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della regione Lazio col n.23867